venerdì 5 marzo 2010

Per ottenere una efficace erezione è necessaria una serie di complessi eventi neurovascolari.

Il pene è formato da due corpi erettili affiancati, i corpi cavernosi, e da un corpo spongioso che è posto inferiormente ai due corpi cavernosi, e supporta l'uretra, da cui è attraversato.
Il tessuto erettile penieno è costituito dai corpi cavernosi. Questi sono racchiusi in una spessa membrana fibrosa, la tonaca albuginea. Sul piano mediano i due corpi cavernosi si congiungono a livello del setto intercavernoso. L'afflusso arterioso al pene è garantito dall'arteria pudenda interna, che è uno dei rami terminali dell'arteria iliaca interna (o ipogastrica), che si forma dalla biforcazione aortica.
L'arteria pudenda interna, dopo aver dato dei rami perineali, forma l'arteria peniena, che si divide poi nei suoi rami terminali, le arterie dorsali, cavernose e bulbouretrali. Dalle ramificazioni delle arterie cavernose nei corpi cavernosi (arterie elicine) si formano piccole lacune arteriose che costituiscono il tessuto erettile, supportato inoltre da tessuto muscolare liscio. Molto importante è anche il sistema venoso penieno. Dalle lacune sanguigne del tessuto erettile defluiscono venule che poi si raccolgono nel sistema della vena dorsale profonda, che drena nella pelvi all'interno del sistema venoso periprostatico.


Quando il pene è flaccido il flusso arterioso ivi indirizzato è minimo, sufficiente solo per scopi nutritivi. Il sistema nervoso autonomo, su stimolo sessuale volontario, ideato a livello del sistema nervoso centrale, fa immettere in circolo sostanze vasodilatatrici, che provocano il rilassamento della muscolatura liscia dei corpi cavernosi e delle arterie. Interviene un rapido aumento del


flusso ematico arterioso, con conseguente ingorgo di sangue nel tessuto cavernoso e rigidità peniena. Per ottenere una efficace erezione è necessaria una serie di complessi eventi neurovascolari.

Ci sono quattro requisiti fondamentali per l'erezione : innervazione intatta, vascolarizzazione (arteriosa e venosa) intatta, efficace risposta della muscolatura liscia dei corpi cavernosi, integrità del sistema endocrino (che regola l'equilibrio ormonale). In un contesto ormonale regolato, vari stimoli sessuali vengono elaborati dalla corteccia cerebrale e sono trasmessi al sistema nervoso autonomo lungo il midollo spinale e di qui fino alla periferia, cioè al pene. Per quanto riguarda il deflusso venoso, fino a poco tempo fa si pensava che l'occlusione venosa fosse frutto di una costrizione attiva, modulata dalla muscolatura pelvica o da


recettori chimici intravenosi.

In breve, quando i vasi arteriosi si dilatano e il sangue arterioso affluisce ad alte pressioni, le pareti rilasciate delle lacune (o caverne) sanguigne del tessuto cavernoso sono spinte contro la tonaca albuginea, per cui la pressione si trasmette alle venule, causando la loro compressione e la conseguente riduzione del deflusso venoso; si parla così di meccanismo veno-occlusivo. In tutto ciò le prostaglandine contribuiscono in modo determinante alla modulazione del tono vascolare.

Letture di approfondimento:

Impotenza psicogena, Impotenza neurogena, Impotenza da cause iatrogene.

Impotenza e fattori vascolari:fumo, l'ipertensione, il diabete mellito rappresentano quindi notevoli fattori di rischio per l'impotenza su base vascolare

Dopo il coito, le vene si aprono, lasciando defluire il sangue dal pene.

Ormoni e impotenza: la maggior parte del testosterone è prodotto dalle cellule di Leydig nel testicolo e una piccola quota è secreta dal surrene.