venerdì 25 settembre 2009

Le varici sintomatiche

Vi sono varici che compaiono come conseguenza di un altro processo morboso.
Possiamo considerare fra queste le varici post flebitiche e le varici da angiodisplasia .


Le cause delle varici sono dunque molteplici e se la predisposizione individuale spiega in parte la loro insorgenza, l'evoluzione di questa malattia è accelerata da fattori come:

• insufficienza dei muscoli del polpaccio.
• eccesso di peso;
• determinati mestieri;
• differenti momenti della vita sessuale;
• eccesso di calore;
• piede piatto, piede cavo.

Le varici possono comparire nei primi 30 anni di vita, i primi sintomi sono evidenza di un disegno venoso con tortuosità; successivamente sopravviene una sensazione di stanchezza e pesantezza alle gambe accentuata nell'ortostatismo e migliorata nel decubito supino.

Varici da angiodisplasia

Molto raramente le varici rappresentano la conseguenza di una dilatazione della via venosa profonda o di un'assenza di questa via;
il più delle volte sono dovute a uno shunt arlcro venoso. È da sospettare la loro presenza ogni volta che capiti di constatare la comparsa di varici monolaterali in un bimbo o in un adolescente: queste varici sono localizzate alla faccia posteriore o alla faccia esterna della coscia e non si svuotano completamente sollevando, a paziente disteso, l'arto in esame al di sopra del piano orizzontale.
Un caso molto raro di queste malformazioni è rappresentato dalla sindrome di Klippel-Trenaunay caratterizzata da questi tré sintomi fondamentali:
• ipertrofia di volume e di lunghezza di un arto;
• varici superficiali;
• angioma (tumore benigno, costituito da un'abnorme proliferazione di vasi sanguigni).
In questa malattia esisterebbero lesioni vascolari profonde e quindi aneurismi artero-venosi.

martedì 22 settembre 2009

Bulimia: I rapporti affettivi di chi ne soffre si deteriorano

La persona che lotta contro la bulimia diventa spesso espertissima nel mascherare le sue manovre intorno al cibo. Quello che non
riuscirà mai a nascondere, però, saranno i forti sbalzi del suo umore. Vivere con una persona bulimica è come stare sulle montagne
russe: un susseguirsi di variazioni repentine tra stati d'animo sereni e gradevoli e scoppi di irritabilità e irragionevolezza privi di
motivi apparenti, tra momenti effervescenti e vitali e terribili depressioni durante le quali il senso di inutilità si estende a ogni cosa.

Ai genitori, ai fidanzati, alle compagne con le quali dividono la casa, e che non sanno nulla della bulimia, questi cambiamenti cosi imprevedibili appaiono frutto di sconsideratezza e asocialità. I rapporti affettivi si deteriorano.
Le bulimiche sono disperatamente consapevoli della loro con
dizione psicologica. Questo non fa che peggiorare le cose perché,
a quel punto, non hanno più il coraggio di spiegarsi per paura di
dover rivelare il loro umiliante segreto. Ciò implica uno sforzo in
cessante per far sembrare che «va tutto bene», una lotta nella qua
le talvolta si cede a causa della tensione crescente e che, alla fine,
spalanca le porte all'eccesso alimentare. È difficile dire se è l'umore a imporre un comportamento bulimico o se, viceversa, è lo
stesso eccesso alimentare a determinare l'umore.

Si tratta, in realtà, di una doppia elica nella quale una spirale
fatta di cicliche paure, disperazione e rinnovati buoni propositi è
attorcigliata all'altra, fatta di abbuffate, di successivi comporta
menti correttivi e di acquisti di cibo.

lunedì 10 agosto 2009

La cecità può essere congenita

Mancanza del potere visivo. La cecità può essere congenita, per gravi deficienze nello sviluppo embrionale e fetale, oppure-acquisita, a seguito di varie cause morbose (traumi locali, tracoma, congiuntivite blenorragica del neonato, ulcere corneali, opacità corneali, cherotomalacia da avitaminosi A, ustioni profonde della cornea, cataratta, glaucoma, distacco della retina), oppure per lesioni a carico del nervo ottico (atrofie, fenomeni degenerativi o infiammatori di origine infettiva o tossica, tumori) e dei centri ottici superiori (tumori destruenti o comprimenti le aree visive).

CAUTERIZZAZIONE

Intervento destinato a distruggere un tessuto biologico: viene eseguito mediante uno strumento (cauterio) reso incandescente o dal fuoco (come fino a poco tempo fa) o mediante elettricità (elettrocauterio). Serve per arrestare emorragie, distruggere tessuti malati o necrotici. La cauterizzazione si praticava anche anticamente (ferri roventi) nelle ferite, nei casi di morsicature di cani idrofobi o di serpi velenose, nella cura di tumori superficiali o peduncolati, per la distruzione dei noduli intradermici di lupus, verruche. In molti casi oggi si ricorre a cauterizzazione mediante il freddo: il tessuto da distruggere viene surgelato con azoto liquido o ghiacce secco (crioterapia).

Il cataplasma è indubbiamente più efficace della borsa di acqua calda o del termoforo elettrico nel ridurre il dolore locale.

Medicazione di uso estemo, costituita da un impasto caldo di farina di semi di lino, senape nera impastati con acqua che si applica su determinate regioni del corpo: la sua azione si identifica con quella del calore (antispastico, antidolorifico, revulsivo). Il buon risultato è in relazione al calore, all'umidità e alle sostanze adoperate per la preparazione. Il cataplasma è indubbiamente più efficace della borsa di acqua calda o del termoforo elettrico nel ridurre il dolore locale.

Il catabolismo

Fase del metabolismo caratterizzata dalla degradazione e dall'eliminazione all'esterno dei prodotti del metabolismo. La fase, opposta, di sintesi, è detta anabolismo. Ha il compito di mantenere la temperatura del corpo, il movimento ecc. In alcune gravi malattie, come la setticemia, il catabolismo prevale (stato ipercatabolico) distruggendo anche i tessuti dell'organismo. I danni che ne derivano possono portare alla morte.

Per castrazione si intende l'asportazione o inattivazione delle ghiandole genitali dell'uomo o della donna

Per castrazione si intende l'asportazione o inattivazione delle ghiandole genitali dell'uomo o della donna (testicoli e ovaie). Può essere praticata mediante mezzi fisici (irradiazioni locali sulle ovaie o sui testicoli con raggi Roentgen) o mediante intervento chirurgico (asportazione dell'ovaio o del testicolo, chiusura delle tube uterine o del funicolo spermatico). Si rende necessaria in caso di tumore, di grave lesione traumatica, di infezione cronica. I suoi effetti cambiano a seconda che sia praticata prima o dopo la pubertà. Se prima, nella femmina non compaiono le mestruazioni e si verificano turbe nell'accrescimento; nel maschio si ha aspetto femmineo, organi sessuali poco sviluppati, voce infantile. Se invece avviene dopo la pubertà, nella femmina si ha solo menopausa anticipata, con sintomi marcati, nel maschio solo effetti psicologici.

Malattia da decompressione

Sindrome acuta che si verifica negli individui che svolgono un lavoro sott' acqua in particolari cassoni ad aria compressa o nei palombari o nei pescatori subacquei con bombole. La causa è dovuta al fatto che l'azoto, per effetto della sua elevata pressione parziale, si scioglie nel tessuto adiposo. Tuttavia, per la sua solubilità relativamente scarsa, richiede periodi lunghi per raggiungere un equilibrio con i tessuti. Se dunque la decompressione è

troppo rapida si formano bolle di azoto che possono causare dolori a livello delle articolazioni e sintomi neurologici (vertigini, disturbi della vista, sordità, paralisi) se hanno origine nel sistema nervoso centrale, dove possono occludere vasi sanguigni. Il trattamento consiste nella ricompressione e nella successiva decompressione graduale.

Le avitaminosi e l'anemia perniciosa sono tipiche malattie da carenza.

Ogni patologia determinata da insufficiente presenza nell'organismo di un determinato fattore necessario per lo svolgimento corretto ed ottimale di una funzione organica. Un tale evento si può presentare sia per un'insufficiente introduzione nell'organismo della sostanza o di elementi essenziali di essa (per esempio il ferro per la formazione dell'emoglobina), sia per incapacità organica a produrre determinate sostanze, sia infine per un'eccessiva eliminazione di esse non compensabile con incrementi della loro produzione.
Le avitaminosi e l'anemia perniciosa sono tipiche malattie da carenza.

venerdì 7 agosto 2009

Farmaci cardiotonici

Farmaci che stimolano e migliorano la funzionalità cardiaca
depressa agendo sui centri bulbari cardiocircolatori, sul sistema
nervoso simpatico o direttamente sulle fibre del cuore.
Aumentano il rendimento senza però aumentare di conseguenza
il lavoro del cuore. In generale hanno un'azione fugace e risultata pertanto utili nel caso che la depressione cardiaca sia transitoria, come ad esempio nel collasso e nella lipotimia.
Tali farmaci possono essere stimolanti gangliari come la nicotina o eccitanti delle terminazioni simpatiche come l'adrenalina
o anche eccitanti del muscolo cardiaco come la digitale; la caffeina è uno stimolante centrale che agisce anche sul bulbo.

CARDIOPALMO

Sintomo comune, che consiste nella sensazione cosciente del
battito cardiaco che risulta accelerato o rallentato, regolare o
irregolare. La sua genesi può essere funzionale (iperattività miocardica) o riconoscere cause organiche (insufficienza di circolo, tachicardia parossistica, fibrillazione). Spesso tuttavia è
sintomo di nevrosi cardiaca che colpisce individui psicolabili e
ipereccitabili.

CALCITONINA

Ormone prodotto dalle cellule parafollicolari della tiroide in
risposta all'ipercalcemia, antagonista all'ormone paratiroideo:

riduce la concentrazione plasmatica di calcio favorendone il
deposito nel tessuto osseo.

Calcemia

È il calcio presente nel siero di sangue. Normalmente se ne
hanno 9-11 mg per ogni 100 cm 3 di siero. In condizioni patologiche questa quantità può aumentare e si ha ipercalcemia e
osteoporosi, iperparatiroidismo ecc. o diminuire (ipoparatiroidismo, tetania ecc.) e si ha ipocalcemia.

CARDIOANGIOCHIRURGIA

La cardioangiochirurgia è una disciplina chirurgica che si interessa degli interventi operatori
atti a curare quelle malattie del cuore e dei grossi vasi, sia venosi
che arteriosi, suscettibili di terapia chirurgica:cardiopatie , scompenso cardiaco , insufficienza cardiaca . In epoca recente
sono realizzabili interventi un tempo impensabili, grazie alla possibilità di operare a cuore aperto, con arresto momentaneo del
cuore e contemporanea ipotermia del paziente che riceve la
necessaria ossigenazione grazie alla macchina cuore-polmoni.

venerdì 15 maggio 2009

La broncosco­pia è essenziale per la diagnosi di molte affezioni bronco-pol­monari

La broncoscopia consiste in un esplorazione endoscopica che consiste nell'introduzione (sotto anestesia locale), attraverso la trachea e i bronchi, di uno spe­ciale apparecchio, detto broncoscopie, che permette di visualiz­zare i rami bronchiali fino ai bronchi lobari e ai bronchi seg­mentari e di valutarne le eventuali alterazioni patologiche (bronchiectasie, masse neoplastiche, e così via). La broncosco­pia è essenziale per la diagnosi di molte affezioni bronco-pol­monari come tubercolosi,bronchite ,tumori, cisti, broncopolmonite; inoltre questa tecnica possiede anche una valenza terapeutica, nell'aspirazione endo-bronchiale di corpi estranei, mediante una speciale pinza.

venerdì 1 maggio 2009

L'ascesso

L'ascesso è una raccolta di pus in una cavità unica, risultante dalla colliquazio­ne del tessuto colpito e caratterizzata dalla formazione di un essudato ricchissimo di leucociti che hanno il compito di fago­citare i batteri invasori. Questo processo, molto frequente, e che può svilupparsi in qualsiasi organo o tessuto del corpo (nella ferita di un dito, nella regione mascellare a causa di un dente cariato) è provocato da germi piogeni, cioè generatori di pus, quali streptococco, stafilococco, piocianeo, gonococco ecc. I sintomi variano a seconda della localizzazione: generalmente dolore al tatto, arrossamento della zona circostante, talvolta febbre. La terapia si basa su antibiotici specifici, impacchi loca­li caldi per favorire la maturazione dell'ascesso. Nei casi di ascesso profondo o non rispondente al trattamento antibiotico si può ricorrere allo svuotamento mediante un piccolo intervento chirurgico.

L'atassia

L'atassia è l'incapacità di coordinare i movimenti muscolari. È espressione di una infermità organica del sistema nervoso. Si rivela in alcune malattie del sistema nervoso centrale (cervello e midollo spina­le) e può colpire principalmente le braccia, le gambe o tutti gli arti insieme. Si riscontra nella poliomielite, in alcuni tumori cerebrali, nella tabe dorsale, nell'atrofia muscolare progressiva, nella demenza e così via. Tra le cause anche l'alcolismo cronico.

L'angiografia.

L'angiografia è un metodo diagnostico che consente, mediante introduzione nei vasi sanguigni di una sostanza opaca ai raggi X (mezzo di contrasto) lo studio vascolare di un determinato distretto corporeo. Viene distinta in arteriografia e flebografia, a seconda che l'indagine venga eseguita a carico delle arterie e delle vene. È sempre indicato saggiare la tollerabilità al mezzo di contrasto del paziente, potendosi verificare gravi fenomeni di intolleranza. L'angiografia consente la diagnosi di aneurismi, trombosi, ematomi, tumori.

mercoledì 15 aprile 2009

Insufficienza aortica

L'insufficienza aortica è una condizione patologica e conseguente alterazione della funzione della valvola aortica, consistente in una sua imperfetta chiusura non più in grado di impedire che il sangue refluisca dall'aorta nel ventricolo. Le cause della malformazione possono essere di natura congenita, oppure conseguenza di aortite, febbre reumatica, lesioni luetiche ecc. La terapia si basa sulla somministrazione di diuretici; nei casi molto gravi si deve ricorrere alla sostituzione della valvola.

martedì 7 aprile 2009

RICERCA TELETHON: Spina bifida

RICERCA TELETHON: Spina bifida, luce sulle cause genetiche
Nuove informazioni su questa malformazione fetale da uno studio
condotto all’Istituto “Giannina Gaslini” di Genova

Nuova luce sulle basi genetiche della spina bifida, una delle più frequenti cause di infermità in età pediatrica. Ad annunciarlo è uno studio* finanziato da Telethon e coordinato da Valeria Capra, dell’Istituto “Giannina Gaslini” di Genova. Pubblicato sulla rivista internazionale Human Mutation, il lavoro è stato svolto in collaborazione con l’Università di Montreal, l’Instituto di Biosciences e Technology di Houston e l’Università dell’Iowa.

Detta anche mielomeningocele, la spina bifida è una malformazione del sistema nervoso centrale che fa parte del gruppo dei difetti del tubo neurale, che in Italia colpiscono circa un neonato su 1500. Alla base di queste malformazioni c’è un’imperfetta saldatura del midollo spinale nel feto durante le prime settimane dal concepimento. In particolare la spina bifida è dovuta a una mancata chiusura della cute e degli archi posteriori delle vertebre, con una conseguente esposizione all’esterno del tessuto nervoso spinale e delle meningi: nel nascituro questo provocherà paralisi degli arti inferiori, incontinenza della vescica, ritardo psicomotorio e deformità scheletriche. Attualmente non esiste alcuna cura.

Le cause della spina bifida possono essere di natura sia materno-ambientale, sia genetica. Al momento, l’unico gene noto come responsabile di questa malformazione si chiama VANGL1 e contiene le informazioni per una proteina fondamentale per lo sviluppo del sistema nervoso durante la vita embrionale: quando è difettoso, il tubo neurale non assume infatti la forma corretta.

Analizzando una popolazione di 773 individui italiani e americani affetti da difetti del tubo neurale, Capra e collaboratori hanno individuato dieci nuove mutazioni in questo gene, metà delle quali localizzate in zone della proteina VANGL1 importanti dal punto di vista funzionale. Prossimo passo sarà capire nel modello animale – il pesce zebra in questo caso – il ruolo di queste mutazioni nell’insorgenza della spina bifida.

Nel frattempo le informazioni emerse da questo studio potranno dare un contributo importante alla diagnosi della patologia. Al momento, infatti, lo screening diagnostico per la spina bifida viene effettuato mediante amniocentesi o ecografia prenatale. L’intenzione dei ricercatori è di offrire in futuro alle persone malate e ai loro familiari anche un test di screening di tipo genetico, che individui eventuali mutazioni nel gene VANGL1.

* Zoha Kibar, Ciprian M. Bosoi, Megan Kooistra, Sandra Salem, Richard H. Finnell ,
Patrizia De Marco, Elisa Merello, Alexander G. Bassuk, Valeria Capra and Philippe Gros, “Novel Mutations in VANGL1 in Neural Tube Defects”. Human Mutation, 2009; DOI: 10.1002/humu.21026

Per informazioni
Ufficio stampa Telethon, 06 44015402; www.telethon.it
Per maggiori informazioni sulla ricerca Telethon, consulta la sezione del sito RicercaInforma

lunedì 6 aprile 2009

Cosa sono le emorroidi, differenza tra emorroidi interne e emorroidi esterne

Per emorroidi si intendono i tumori di varia specie che si incontrano all'estremità del retto sia dentro che fuori dello sfintere; nel primo caso si chiamano emorroidi interne e nel secondo emorroidi esterne» Talvolta dipendono da una condizione varicosa delle vene emorroidali, che formano dei gonfiamenti rotondi, tesi, di colore oscuro ma più frequentemente consistono di una escrescenza morbosa della pelle o della membrana mucosa 'e del sottoposto tessuto cellulare. Quando sono esterne sono di forma rotonda o piatta, e se non sono infiammate hanno l'aspetto e la consistenza naturale delle parti. Quando sono interne sono assai vascolari, generalmente di colore vivo e di superficie ineguale come le fragole. Le emorroidi esterne danno lieve incomodo quando sono irritate od infiammate, poiché allora s'ingrossano» diventano rotonde, tese e assai dolenti specialmente se soffrono pressione.

Ma le interne danno una pena più continua, poiché escono ad ogni piccolo sforzo mandano sangue nell ' evacuare, od eccitano disordini simpatici in alcuni organi. Questi sintomi non sono sempre ugualmente seri ma mentre talvolta mancano del tutto. Esistono talvolta tutti riuniti e talvolta separati, per cui un paziente accuserà soltanto la sporgenza dell'intestino, o la perdita de! sangue, mentre un altro riferirà tutti i suoi dolori alla vescica. Questa malattia non si scopre finché non sia stata fatta una visita dal chirurgo, e questa si dovrebbe fare sempre quando i sintomi siano appena sospetti.